Jane Austen e la New York Cheesecake ai lamponi.

In estate fa caldo. Direte: che scoperta! 
Ma quando comincia a fare caldo così, tutti cercano disperatamente di sfuggirgli. 

Io no. 

Adoro il caldo, per quanto abbia comunque delle controindicazioni, anche per me. Mi piace per tutto quello che fa sbocciare e per come la sua luce fa risplendere i colori, in maniera così vivida.

Io, o noi, che non abbiamo ancora un piano preciso per agosto ma che siamo quelli dell’ultimo minuto “boh non so, quest’anno non ho molti soldi e poi non ho molto tempo”, abbiamo in mente 3 o 4 posti dove poter andare ma decideremo solo 1 settimana prima. 

Intanto, nell’attesa di decidere, ci guardiamo intorno e diciamo che meglio di così non ci poteva andare. Da Milano, città in cui vivo, non sono lontani alcuni bei posti dove affacciarsi durante un sabato o una domenica solo per avere la sensazione di essere già in piena vacanza.
E’ così che qualche settimana fa mi ritrovo, insieme a P., sul bellissimo Lago di Como, a visitare la incantevole Villa Carlotta. Un luogo che mi fa fare un salto in epoche che non ci sono più e che con i suoi giardini straodinari mi fa perdere completamente tra fiori di ogni luogo. 
E pensare che qualcuno ci viveva lì, un tempo. Prendeva il té e girava nei corridoi con indosso proprio quei vestiti là che strusciando le pareti provocavano quel leggero fruscio, che si fa forte nel silenzio della casa.
Il silenzio naturale della vita quotidiana che avvolge i protagonisti dei libri della Austen, di  un ‘700 romantico, senza tv o  pc. 
E’ solo così che riesco ad immaginare quella villa abitata. Presa per mano dai personaggi preferiti della Austen: una Mary Bennet che racconta alla madre dell’ultimo ballo e una Elizabeth che, seduta in un giardino simile con la sorella, tenta di capire perché Mr Darcy è così spocchioso e snob. Una vita che trascorre lì, sul lago, come quella dei Bennet nella contea inglese.
Così gli scenari dei suoi racconti prendono forma attraverso i miei passi e la Austen mi accompagna in questo viaggio e non solo. Nella scoperta di cheesecakes di altre epoche.
La stessa Jane scrisse (un po’ come io faccio oggi) in una lettera alla sorella il 17 marzo del 1799, dal Wiltshire, informandola di un loro viaggio andato bene e descrivendo entusiasta la cena (asparagi e aragoste) e una ottima cheesecake, che per i bambini aveva fatto da cena completa! Qui un estratto di quella lettera:

“Our journey yesterday went off exceedingly well; nothing occurred to alarm or delay us. We found the roads in excellent order, had very good horses all the way, and reached Devizes with ease by four o’clock. I suppose John has told you in what manner we were divided when we left Andover, and no alteration was afterwards made. At Devizes we had comfortable rooms and a good dinner, to which we sat down about five; amongst other things we had asparagus and a lobster, which made me wish for you, and some cheesecakes, on which the children made so delightful a supper as to endear the town of Devizes to them for a long time.” J. Austen 1799

Cheesecakes per cena mi sembra un ottimo modo per terminare la giornata, soprattutto se c’è di mezzo un viaggio e di qualunque versione di ccake si tratti. 
Così mi piace terminare anche la mia giornata sul lago con questo dolce tanto decantato anche dalla nostra famosa scrittrice.
Certo, la versione di cui la Austen scrive è diversa rispetto a quelle, diciamo così, contemporanee.
Eppure, direi che questo tipo di dolce, conosciuto da tempo, ha talmente tante varietà che sfido chiunque a non trovare la sua preferita.
Ci sono numerose versioni di cheesecake e per quasi tutte perdo un po’ la testa. Forse quella che vi lascio qui è per il momento la mia preferita: la New York cheesecake. 
Gli ultimi lamponi (quelli che erano in freezer dopo l’ultimo viaggio in campagna) sono stati il topping di questo dolce.
Adesso mi toccherà scendere dai miei nel Lazio e vedere se ce ne sono ancora altri sulle piante. 

Ingredienti per la New York Cheesecake
Ricetta ispirata a quella della carissima Titli’s busy kitchen e modificata.
stampo da 24 cm
250gr. di Biscotti secchi (oro saiwa originali)
350gr. di Formaggio fresco (tipo philadelphia) 
100gr. di Panna fresca 
250gr. di Mascarpone
25gr. di Amido di mais (maizena)
3 uova
125gr. di burro fuso
100gr. di zucchero
1 bustina di vanillina
1/2 limone grattugiato e spremuto 
1 pizzico di sale
Per decorare:
150gr di lamponi 
2 cucchiai di zucchero e una spremutia di limone 
1cucchiaio di acqua
1. Preriscaldare il forno a 180°. Intando prendere la tortiera, imburrarla e foderarla con la carta da forno Tagliare un disco di carta per la base (io avendo usato uno stampo 24cm apribile non ho foderato il bordo con la carta da forno ma l’ho solo imburrato ed è andata bene lo stesso). Passare al mix i biscotti secchi e mescolarli bene con il burro (fuso) e premerli sul fondo della teglia e su i bordi in modo da livellari i biscotti creando la base del nostro dolce. A questo punto cuocere la base in forno per 5 minuti di orologio, non di più altrimenti brucia. Questo è un passaggio importante per rendere la base croccante (io lo faccio anche con i cheesecake da frigo!).

2. Mescolare i formaggi con un cucchiaio di legno, aggiungere lo zucchero, la maizena e l’essenza di vaniglia. Mescolare dolcemente e non con lo sbattitore altrimenti incorporate aria nel composto e questo non va bene (il dolce rischia di fare bolle durante la cottura o addirittura di rompersi e non è quello che vogliamo).

3. Sbattere a parte le uova sempre a mano, con il sale e il limone. Aggiungerle al composto, delicatamente senza incorporare aria. Versare il composto nella base e scuotere leggermente per far emergere le bolle d’aria. Cuocere in forno a 180° per 30 minuti e poi abbassare a 150° e cuocere altri 35/40 minuti. 
4.  Per evitare rotture al nostro cheesecake un’altra cosa che si può fare è mettere nel forno insieme al dolce un pentolino con un poco d’acqua 2/3 cm. In questo modo creiamo umidità nel forno il che aiuta a non seccare velocemente il dolce e quindi non rompersi.
5. Lasciare raffreddare il cheesecake nel forno. Una volta freddo, metterlo in frigo, coperto e riprenderlo il giorno dopo.
6. Il giorno dopo, lavare i lamponi e tenere quelli più brutti per fare una salsina. Mettere sul fuoco una manciata di lamponi con un cucchiaio di acqua e 2 di zucchero e il limone spremuto. Fare bollire e sciogliere. Decorare la superficie del nostro cheesecake con la salsina e con i lamponi rimasti.
E’ un godurioso dolce che potrete servire fredddo e con tutti i tipi di frutta che avete in casa.  L’alternativa per il topping prevede marmellate, panna acida o sciroppi.
L’originale, di N.Y., ha uno strato di panna acida al posto della frutta e verrebbe tagliato a fette con il filo interdentale!
La prossima volta cercheremo la versione dei tempi di Jane Austen. Grazie a Janet per l’ispirazione. 
Domani mi metterò in viaggio. Prendo la macchina, vado a fare gli ultimi lamponi, chissà che non mi venga in mente un’altra ricetta per usarli.
Bon Appetit!

6 Comments

  1. come ho letto la parte iniziale sul caldo ho buttato fuori dalla finestra un occhio e ho visto pioggia e fulmini ma via l’estate arriverà anche qui prima o poi; mi piace questa cheesecake è da sogno e si adatta bene alla villa che hai visitato. un bacione

  2. a villa carlotta ci sono stata circa 1 anno fa con un’amica che vive sul lago di como. beata lei!
    bellissimi i giardini e anche la tua torta, che purtroppo a casa mia non apprezza nessuno tranne me!

  3. Anonymous

    Oh ste!! Quella torta è MAGNIFICA!!! tra l’altro mia mamma, quando ha visto il tuo blog qualche giorno fa ha detto che non aveva più il coraggio di invitarti a cena, dopo che ha visto come cucini tu… ahahaha!!

    COMPLIMENTI!!! Veramente bello il blog! Le foto e le cose che scrivi!
    Lele

  4. @Ste:immagino che il caldo sarà arrivato anche da te,no? qui in campagna laziale raggiungiamo livelli di caldo in questi gg allucinanti!

    @Irena: ciao si capisco l’invidia per l’amica che abita lì anche a me piacerebbe moltissimo!

    @CarlottaD: grazie cara!
    @Léia: Obrigada amiga meu.
    @Lele: Grazie mille…verrò a cena comunque anche se non mi vuole più, magari ordiniamo una pizza o andiamo al Mc! ciaoo

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